La fortuna, le copie e la grafica di traduzione
Correggio fu uno degli artistici rinascimentali più amati e imitati del suo tempo. Fin dal XVI secolo fu fonte di ispirazione per numerosi altri pittori non solo in Italia ma anche, e in taluni casi, soprattutto, all’estero.
Questa capacità seduttiva che il Correggio possedeva la possiamo riscontrare agevolmente in moltissime opere di pittori fiamminghi, spagnoli e francesi dal secondo Cinquecento in poi, per raggiungere infine a esiti singolarissimi in tutto il Settecento e nel XIX secolo.
Un tema, quello della fortuna correggesca, che è stato compiutamente esaminato da Maddalena Spagnolo nel suo ormai classico volume Correggio. Geografia e storia della fortuna (1528-1657), Cinisello Balsamo 2005 (“Quaderni della Fondazione Il Correggio”, 8).
E’ da sottolineare, poi, come la ‘fortuna’ del Correggio e del suo magistero trovino ulteriore amplificazione nella diffusissima consuetudine dei collezionisti del XVII – XVIII secolo di commissionare copie dei grandi maestri per le loro raccolte, giungendo addirittura, come nel caso del Marchese Alfonso Tacoli Canacci che riunì una grandiosa collezione in cui spiccavano oltre 30 copie da Correggio. O, ancora, Sir William Hamilton, Ambasciatore inglese a Napoli dal 1764, che trasferì nel 1783 i suoi ‘tesori’ tra cui numerose copie, appunto, da Correggio.
Ulteriore ‘spia’ della fortuna conosciuta dall’Allegri è il grande numero di grafiche di traduzione delle sue opere che, grazie al fondamentale contributo di Massimo Mussini in Correggio tradotto. Fortuna di Antonio Allegri nella stampa di riproduzioni fra Cinquecento e Ottocento, Milano 1995, oggi possiamo conoscere approfonditamente.
Anche le numerosissime grafiche derivate da opere allora attribuite a Correggio, ma che oggi la critica respinge, sono un’indicazione molto esplicita del favore incontrato dal Correggio nel corso dei secoli non solo per la ‘grazia’ che contraddistingueva le sue opere, ma per quella geniale capacità innovativa che lo portava a sperimentare soluzioni espressive prima di allora mai tentate. Geniale capacità che portò ad attribuirgli una grande quantità di opere, come il celeberrimo Cupido che fabbrica un arco di Parmigianino.
Un’ultima, curiosa annotazione. Il Correggio ha avuto anche il ‘privilegio‘ di figurare tra i pittori più eminenti in alcune figurine italiane e straniere del secolo scorso tra le quali ricordiamo le famosissime immagini della Liebig e quelle meno conosciute, ma ugualmente importanti, edite da Bensdorp di Amsterdam.